Nella foresta, alle spalle di Morosinfjord, stava arrivando la notte.
La bruma lentamente scendeva sugli alberi e come un soffice manto di cotone avrebbe ben presto avvolto i tronchi e le chiome. Da poco aveva smesso di nevicare e l'aria profumava di larice fresco e odore di legna bruciata dai camini delle case del villaggio.
Nessuno si addentrava nella foresta al calar della notte e nessun vichingo, con una buona dose di sale in zucca, avrebbe mai fatto questo.
Fritzølsen se ne stava infatti sulla coperta davanti al fuoco, con una tazza di brodo caldo, un osso ormai consumato e in bocca le immancabili calze di Markus ormai tutte bucherellate.
Calava il silenzio e tutti si preparavano per la notte.
Ad un tratto Fritzølsen sentì uno strano rumore, quasi un lamento. Nessuno poteva sentirlo se non lui con il suo super udito. Non voleva uscire con quel freddo in mezzo alla bruma, si girò sull'altro fianco e continuò a dormire.
Però non poteva far finta di niente. Come sempre succedeva in questi casi l'orecchio sinistro iniziò a tremare, dai super poteri derivano grandi responsabilità (cit. Spiderman).
Si alzò, aprì la porta e s'incamminò. Non che avesse paura, intendiamoci, ma la foresta di notte era proprio inquietante, ancora di più con la bruma e il freddo che gli entrava nelle ossa.
Camminò e camminò per lungo tempo prima di trovare l'origine del lamento. Ad un certo punto vide una luce fioca in lontananza. Si avvicinò: una slitta con centinaia di pacchi colorati era rovesciata su un fianco, a terra un tipo strano vestito di rosso con folti capelli e barba bianca stava biascicando parole incomprensibili e senza senso, l'odore della birra bevuta si sentiva a metri di distanza. Vicino a lui una renna gli inveiva contro maledicendo il suo vizio del bere: "Te l'avevo detto di non esagerare, tutti gli anni la stessa storia, e adesso cosa facciamo?"
Fritzølsen si avvicinò: "Salve posso essere d'aiuto?"
Certo, risposte la renna, sai come far passare la sbronza ai vecchi ubriaconi?
Fritzølsen: "Forse l'unica cosa è una bella dormita, venite vi accompagno alla mia casa."
A fatica raccolsero tutti i pacchi, rotolarono il tipo anziano sulla slitta e lo trascinarono fino a casa, lo misero sul letto e si avvicinarono al fuoco per scaldarsi.
Come ti chiami? Chiese Fritzølsen. Mi chiamo Gandolfo e lavoro con il tipo che dorme nel tuo letto, tutti gli anni la stessa storia, arriviamo sempre in ritardo. Ora sarà però difficile consegnare tutti i nostri pacchi ai bambini della costa. Come faccio adesso?
Fritzølsen, il cane senza gomiti, non ci pensò due volte:"ti aiuto io!"
I due partirono nel pieno della notte, non prima però di aver bevuto un bella tazza di latte caldo con tanti biscotti di zenzero e miele.
La neve stava ricominciando a scendere fitta...ma questo non li avrebbe fermati.
Dopo questa esperienza i tre divennero grandi amici. Negli anni, per Gandolfo e il suo padrone, la tappa a Morosinfjord diventò una gradita e felice tradizione.