Fritzølsen e il pezzo mancante (#Fire)


Vedi Fritz,

Era appena iniziato l'autunno in quel di Mørøsinfjord. Le foglie coprivano come un manto colorato i prati della tundra. Le querce, i faggi, gli olmi e le betulle si mostravano spogli all'avvicinarsi dell'inverno.

Fritzølsen era diventato da tempo la mascotte della famiglia ma soprattutto un punto di riferimento per tutta la comunità.

Venne il momento di costruire una nuova drakkar, la tipica imbarcazione vichinga. Già da diverse settimane tutti gli uomini lavoravano senza sosta; chi per procurare il legname, chi per assemblare le travi, chi per incatramare le pelli di animali all'interno dello scafo per rendere l'imbarcazione impermeabile.

Si lavorava senza sosta ma tutti erano concordi: mancava qualcosa a questa barca! Ci furono diverse riunioni tra i saggi e i maestri della comunità. Fritzølsen era in disparte, ascoltava e pensava. Che cosa mancava? La curvatura delle assi era sbagliata? L'altezza dell'albero maestro? La lunghezza dei remi? La chiglia?

Nessuno riusciva a capire, però erano tutti concordi e certi di una cosa: la barca non sarebbe andata in mare fino a quando non fossero stati tutti convinti!

Passava il tempo e si avvicinava la fine dei lavori. Un giorno Fritzølsen, zampettando per la tundra, trovò qualcosa, un legno particolare, con un forma mai vista e un colore inconsueto. Era un semplice pezzo di legno...ma ne era sicuro, aveva trovato la soluzione! Lo portò di corsa agli uomini che stavano lavorando; tutti trasalirono al suo arrivo. Il pezzo mancante era stato finalmente trovato!

La comunità ringraziò Fritzølsen con carne secca, ossa e soprattutto piselli e carote, il suo cibo preferito.

Fu così che la nuova Drakkar della comunità di Mørøsinfjord divenne la prima e unica nella storia vichinga ad evere sulla prua, non la testa di un drago ma la faccia pelosa di un Fritz.

Fritz e l'incontro

Vedi Fritz,
quanto vale un incontro?

A questa domanda rispondo ricordando due film: il bellissimo e recente "Green book" e "La Leggenda del re pescatore" del 1991.
In entrambi i casi si racconta l'incontro tra due persone fra loro molto diverse; persone che vivranno un esperienza unica che cambierà per sempre la loro vita.

Incontri diversi, ogni giorno. Dalla persona che ti saluta al mattino per strada con un "ciao assessore!" a quella che ti serve un caffè e due chiacchiere divertenti; da chi conosci per caso in un viaggio e non incontrerai mai più nella tua vita alla ragazza che incontri, la sposi e ci vivi per ventitré anni.

E ogni incontro determina una serie di conseguenze; a volte immediate, temporanee, altre volte definitive, importanti, di quelle che ti disegnano per sempre.

E allora Fritz, visto che il nonno Stefano diceva sempre che la vita "L'è una roeuda che la gira", ti lascio con questo augurio: di avere nella vita che hai davanti la doppia fortuna di poter essere per qualcuno il giullare e, da re solo e sofferente, la possibilità di incontrare un giullare semplice...così come nella storia che Parry racconta a Jack ne "La leggenda del Re Pescatore"

...Un giorno, un giullare entrò al castello e trovò il Re da solo ed essendo un semplice di spirito egli non vide il Re, vide soltanto un uomo solo e sofferente e chiese al Re: “Che ti addolora amico?” e il Re gli rispose: “Ho sete e vorrei un po’ d’acqua per rinfrescarmi la gola”. Allora il giullare presa una tazza che era accanto al letto, la riempì d’acqua e la porse al Re ed il Re cominciando a bere si rese conto che la piaga si era rimarginata, si guardò le mani e vide che c’era il Santo Graal, quello che aveva cercato per tutta la vita, si volse al giullare e chiese stupito: “Come hai potuto tu trovare ciò che i miei valorosi cavalieri mai hanno trovato?” e il giullare rispose: “Io non lo so, sapevo solo che avevi sete”.