faccio tardi in compagnia di un po' di musica ascoltata con i vinili riacquistati di recente. Nelle notti speciali come queste parte sempre "Tra demonio e santità" di Alberto Fortis. Un disco sempre in bilico tra una tristezza trasognante e un inciso di speranza.
Ascoltando, lo sguardo si posa sullo scaffale. Non so perché siano finiti li alcuni libri delle superiori. Il fu Mattia Pascal, un bigino su Verga, Pirandello e poi eccolo lì il mitico "Pazzaglia".
Il ricordo di un insegnate burbero, severo, incazzoso, ma giusto, che tentava di far appassionare alla letteratura, alla poesia e alla storia dei ragazzotti che alla sera completavano le superiori, ognuno con la sua storia.
Ricordo elettronica (poco), chimica (ancora meno), misure elettriche, elettrotecnica (quasi non pervenute) eppure mi ritrovo ora, dopo quasi trentacinque anni, a sfogliare il Pazzaglia per cercare gli appunti sulle poesie, le onomatopeiche, Zacinto, San Guido, la mia sera e i cocci di bottiglia sulla muraglia di Montale...
Forse Fritz, a conti fatti, mi sono serviti più quelli.
Intanto giro il disco sul lato B, parte energico il riff di "Prendimi fratello" e la musica si mischia al:
"Don... Don... E mi dicono, Dormi!
Mi cantano , Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra..."
Buonanotte
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