Vedi Fritz,
Fritz, custodisci!
Fritz, cucire storie e tessere relazioni
Fritz e la canzone contro la paura
Ricambio con un:"A volte basta una canzone, anche una stupida canzone, solo una stupida canzone, a ricordarti chi sei...” (Brunori SAS)
Fritz e le chitarre
Fritz e i messaggi per le scale
Vedi Fritz,
Il bello di avere un’educatrice in casa e che è che a volte capita d’imbattersi nei suoi strumenti di lavoro.
Così dei messaggi lasciati a caso per le scale, dove passi centinaia di volte, all’improvviso diventano parte del tuo quotidiano.
Fritzølsen e il bostrico
Fritzølsen e Markus stavano pescando nel vicino laghetto del Mørus, poco distante da Morosinfjord. Da lontano iniziarono a intravedere una drakkar. Non era ancora abbastanza vicina per poter capire a quale tribù norrena appartenesse.
Dopo pochi minuti arrivarono vicino alla riva e l’emissario, dalla prua della barca che aveva un effige inconfondibile, iniziò a leggere un messaggio: “gli amici della val Gherdëina chiedono aiuto alla famiglia dei Valtølarsen. Un male oscuro attanaglia la nostra foresta. Luis, il re del nord, chiede la presenza del naso di Fritzølsen e la forza di Markus”.
Senza alcun timore Fritzølsen e Markus si misero in viaggio il giorno stesso, gli amici sono amici. Appena arrivati fecero un giro nella foresta. Subito capirono la situazione e iniziarono a formulare delle soluzioni. I due si capivano con occhiate, alzate di orecchio e starnuti (ricordiamoci che era pur sempre un cane).
La sera stessa del loro arrivo ci fu una grande riunione nella casa di legno al centro del villaggio. Il re Luis aveva chiamato anche lo sciamano per un suo parere.
Fu proprio lui a iniziare l’assemblea dopo il consenso di Luis:”una male oscuro incombe sulle foreste della valle. Gli dei ci hanno punito per la nostra insolenza verso la foresta. Dobbiamo subito digiunare per trenta giorni e assecondare il volere degli dei”
Markus, che da molto tempo aveva perso il dono della pazienza, iniziò così la sua requisitoria:”secondo me sono tutte strünzwaisser (minchiate in norreno). Dopo la devastante tempesta Vaia, avvenuta alcuni anni fa, il parassita chiamato Bostrico sta infettando tutti gli alberi. Occorre tagliare gli alberi malati e toglierli dai boschi prima possibile”.
I più anziani si stracciarono le vesti, gli alberi sacri della foresta!!!!
Fortunatamente il re Luis diede fiducia a Fritzølsen e Markus.
Il giorno dopo iniziarono i lavori. Fritzølsen annusava i tronchi riconoscendo da subito la presenza del parassita anche negli alberi ancora verdi. Lasciava poi un segno per i boscaioli facendo pipì su quelli malati.
Markus piantava dei paletti dove, una volta arrivata la stagione giusta, gli stessi boscaioli avrebbero dovuto piantare nuovi alberi, li dove la nuova e fiorente foresta sarebbe ricresciuta.
Il re Luis ringraziò i due con torte, canederli e gulash. Fritzølsen e Markus promisero di ritornare almeno per i successivi cinque anni a vedere lo stato dei lavori e a dire la loro sulle strünzwaisser.
Fritz e i pensieri
Vedi Fritz,
Mi ci vuole sempre un po’ di tempo per uscire dal logorio della vita moderna (cit. Calindri).
Mi ritrovo allora a sfubbare sul sentiero verso il rifugio Firenze mentre penso ai tanti impegni al lavoro, in comune e tante altre cose…
Illuminante la risposta di Luisa a questa mia esternazione: pensa agli spaghetti aglio olio e peperoncino del rifugio Firenze! La concretezza fatta persona.
Questo è lo spartiacque. Ognuno ha i propri argomenti sensibili e da lì iniziano pensieri vari, tra cui il mondo fantastico di Dune e il modo di inserirlo in un post di #VediFritz.
Vedi Fritz, prima di essere un film Dune è un romanzo di fantascienza degli anni cinquanta.
Un mondo oltre il futuro, un misto tra fantascienza e fantasy. Un mondo in cui l’impero è organizzato in un sistema feudale e i grandi casati governano parti di territorio, anche attraverso il deterrente delle atomiche di famiglia.
Un mondo in cui l’intelligenza artificiale è stata bandita per lasciare il posto a dei computer umani.
Mi viene allora da pensare se finiremo anche noi così, sopraffatti dall’intelligenza artificiale, oppure saremo in grado di gestirla?
Una cosa certa è quello di cui non abbiamo assolutamente bisogno, ma che comunque continuerà ad esserci, la deficienza naturale.
Una testimonianza di questo è la volontà di un ministro della Repubblica di intitolare uno degli aeroporti più importanti d’Italia ad un personaggio politico recentemente scomparso. Una persona che sarà contemplata nei libri di storia, sicuramente non solo per meriti istituzionali o imprenditoriali ma anche per le tante cose controverse fatte come politico e come imprenditore.
Vabbè, nel frattempo finisco i canederli in brodo, prima di finire gli spaghetti di Luisa.
Fritz e le balle
Vedi Fritz, che balle!
Sì la Via Ferrario di Agrate potrebbe anche essere meglio...molto meglio…ma certo!!!
Ma…
la via Ferrario di Agrate, non è come via Cavour di Vimercate, però se uno ha bisogno di tagliarsi i capelli ci sono due negozi. Pensa, sia per uomo che per donna!
La via Ferrario di Agrate, non è come via Libertà di Concorezzo, però durante la settimana mi fermo spesso a bere un caffè e a mangiare una brioche prima di andare in ufficio in uno dei due bar presenti.
La via Ferrario di Agrate, non è come via Montenapoleone di Milano, però ci sono due negozi di sartoria, uno dove puoi fare anche dei corsi oppure comprare dei bei regali e uno dove in un attimo ti fanno l'orlo dei pantaloni e anche quello delle bandiere di Insieme per Agrate.
La via Ferrario di Agrate, non è come il centro di Vimercate, però se ti serve una pizza d'asporto ci sono ben tre negozi che fanno al caso tuo.
La via Ferrario di Agrate non è come la via centrale di Cernusco, però se hai bisogno di comprare il pane c'è un panettiere aperto.
La via Ferrario di Agrate non è come via Sarpi di Milano...però se hai il cellulare rotto li c'è un negozio che te lo aggiusta!
Nella via Ferrario c'è poi un Immobiliare, un'assicurazione, un estetista e un negozio che vende tessuti e divani.
Ah poi Fritz, c'è un'altro luogo importante: c'è un biblioteca, siii un posto dove si può studiare e leggere libri, assistere a spettacoli e visitare mostre!
Però Fritz...in via Ferraio non c'è niente forse solo per chi non ci va...peccato.
Fritz è l’essere felici
Vedi Fritz,
interessante la suggestione nata dall'ascolto di un’intervista ad Alessandro Barricco.
Dice Barricco: “La probabilità di essere felici nella vita si gioca molto sulla capacità di lasciare andare le cose, sia quelle belle ma soprattutto quelle brutte”.
Oh Fritz, lasciare andare non significa disimpegno! Anzi, al contrario, significa non farsi appesantire troppo dalle vicende che non possiamo governare, avendo uno sguardo sul futuro piuttosto che sul passato.
Fritz, sarà la vecchiaia, il fatto di gestire da tempo più cose complesse contemporaneamente, la maturazione tardiva…ma io vado a letto sereno, molto sereno!