Fritz e Giacomino


Vedi Fritz,

Dai, non fare così, dopo la tempesta arriva sempre la quiete. Lo so, hai litigato con Luisa, non possiamo dire perché, però pensaci, non aveva tutti i torti.
Poi, lo diceva anche Giacomino, dopo la tempesta c'è sempre la quiete, la quiete perfetta. Inizi in quei momenti ad apprezzare ancora le cose normali, assapori i piccoli gesti, quelli che non pensavi più potessero darti piacere.
Ti riconcili con la vita, ti siedi sul divano, leggi un libro, ascolti musica, oppure ti guardi le migliori canzoni italiane degli anni novanta guardando Techetechetè su RAI1.
Poi, nel momento clou, sulle note di "Si può dare di più" affondi i denti nel ghiacciolone allo yogourt che ci ha fatto la Giulia Balto. Cos'altro vuoi dalla vita?
Cosa dici Fritz? Che c'è anche la seconda strofa della poesia? Quella dove Giacomino sprofonda ancora nel pessimismo cosmico? Quella dove dice che dopo la quiete c'è sempre un'altra tempesta e l'unica felicità è l'assenza del dolore tra una tempesta e l'altra?

Miiiiiii Giacomino, cactus, anche te, non potevi fermarti prima?

Fritz, dai, fermiamoci prima, possiamo scegliere, fermiamoci prima.

Fritz, fai le cose semplici

Fritz, fai le cose semplici

Vedi fritz,
Siete molto simili tu e Ed.
Per prima cosa avete il pelo rosso. Si lo so Fritz che il tuo è albicocca, oh un po' di licenza poetica...e poi...ricordi il nome del tuo antenato? Fritzølsen il rosso, quindi...
Secondo avete entrambi la faccia simpatica e un bel sorriso.
Terzo e ultimo vi piace fare cose molto semplici.
Tu mangi, porti allegria e vuoi sempre giocare. Lui con una chitarra, un looper e un plettro fa un concerto per 65.000 persone, facendo impazzire e cantare tutti. Vogliamo parlare anche del fatto che si è sposato con una ragazza conosciuta ai tempi delle superiori?

Fritz, facciamo quello che sappiamo fare, aprire il cuore, suonare e cantare al meglio delle nostre possibilità, cose semplici Fritz, cose semplici, una chitarra, un looper e un plettro.

Fritz e la storia del 6 giugno



Vedi Fritz,
la Storia siamo noi
Siamo noi che scriviamo le lettere
Siamo noi che abbiamo tutto da vincere. O tutto da perdere.


Vedi Fritz, perché è la gente che fa la Storia
Quando è il momento di scegliere
E di andare te la ritrovi
Tutta con gli occhi aperti
Che sanno benissimo cosa fare
Quelli che hanno letto un milione di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare

Così m'immagino fossi anche tu Thomas B. Green di New York. Mi sono fermato davanti alla tua croce bianca nel luglio del 2017, nel cimitero di guerra a Colleville-sur-Mer, in Normandia. Non conosco la tua storia; potresti essere stato uno di quelli che aveva letto un milione di libri, oppure uno che non sapeva nemmeno parlare. Però l'importante è che tu eri li, il 6 giugno 1944, sulle spiagge D-DAY, a fare la tua storia e quella di tutti noi.

Fritz, perchè la Storia siamo noi
anche se poi ti dicono che tutti sono uguali
che tutti rubano alla stessa maniera
Ma, ricordati, è solo un modo per convincerti
A restare in casa quando viene la sera

Fritz, invece dobbiamo uscire di casa quando viene la sera, è il momento, ora.
Perché la storia siamo tutti noi, nessuno si deve sentire escluso.
(Francesco De Gregori e Fritz)

Fritz e la top 5 anni 80

Vedi Fritz,
sabato serata stanca; zucchero direbbe: senza una donna. Luisa a Londra, Giulia fuori, Matteo pure. Ho visto un bel film, Alta fedeltà(2000), consigliato dall'amica Ale.
Sull'onda dell'entusiasmo vorrei allora stilare la mia top five (così come facevano per gioco i gestori del Championship Vinyl). 
Tema? Le mie prime cinque canzoni degli anni 80.
Precisiamo però una cosa. La top five è dinamica e contestuale; insomma dipende dai momenti in cui viene stilata e soprattutto è personale. Come quella di Rob in una scena del film, la mia top five di oggi è un po' (apostrofo e non accento) autobiografica.
Partiamo allora!
Quinto posto
Mondo, Riccardo Fogli (1980), baracconi (per chi non sa cosa siano fatevelo spiegare), area di fianco alla Star. Dischi volanti, luci intermittenti e questa canzone che partiva. Per la prima volta, tornato a casa, ho preso la chitarra e ho tentato di suonare e cantare una canzone. Avevo tredici anni.
Quarto posto
Purple rain, Prince (1984), una delle mie prime feste, laboratorio falegnameria Sala smantellato, primo lento ballato con Luisa, tanti abbracci, niente baci. Dopo pochi mesi ci siamo messi insieme e dopo altri pochi mesi mi ha mollato. Però mi sono rifatto qualche anno dopo..eh eh.
Terzo posto
Un altro giorno, Marco Valtolina (1987), la mia prima (di due) canzoni scritte. Multitraccia Fostex a cassetta, tastiera, chitarra elettrica, cantina della C.na Morosina. Ogni tanto riascolto ancora l'incisione originale. Se si presta attenzione, oltre al fruscio, si sentono anche gli strumenti e la voce. La canto ancora adesso in certi momenti (non fatemi dire quando, troppo compromettente).
Secondo posto
Strada Facendo, Claudio Baglioni (1981). La svolta di Claudio Baglioni è per me una folgorazione. La cassetta originale l'ho consumata. Da li sono andato a ritroso negli anni e ho imparato tutte le sue canzoni, anche Isolina e Doremifasol. Strada facendo vuol dire anche tutti i cantautori italiani, Bennato, Guccini, Fortis, Vecchioni, Branduardi, De Gregori, Finardi, De Andrè per primi.
Primo posto
With or without you, U2 (1987). L'album "The Joshua Tree" è stato per me "la scoperta dell'america" dal punto di vista musicale, uno spartiacque. Da li a ritroso...Under a blood red sky e il concerto con i bracieri, Pride e tutti gli altri album. Nulla è poi stato come prima.
Fritz cosa dici? Adesso capisci molte cose? Oh te l'ho già detto! è personale e contestuale e soprattutto non ho ascoltato solo questa musica negli anni ottanta, quasi...

Fritz, Thelma(Ale)&Luisa vanno a Londra!

Vedi Fritz,
Oggi Luisa va a Londra. Ci va con la sua e nostra amica Alessandra. Te la ricordi? Quella che ti parla…anche lei!

Si lo so, anch’io sono un po preoccupato.
Ma no, cosa hai capito? Non per loro, per i londinesi!

Me le immagino già durante la discesa trionfale dalla scala dell’aereo. Due dive!
E da li in poi “fiumi di di parole” (cit. Jalisse).
Le vedo, insieme, importunare le guardie davanti a buckingham palace; mi immagino la faccia del cameriere dopo avergli chiesto: What do you like for dinner? E Ale rispondere…alor…a big cup of milk with a lot of biscuit for my friend Luisa, please.
Mi piacerebbe davvero vedervi nelle lunghe cavalcate a Portobello roads oppure durante le scalate ai vari piani di Harrods.

Insomma, vi voglio bene, siete già uno spettacolo da sole ma quando siete insieme si sprigiona un’alchimia particolare, mi piace guardarvi, ascoltarvi, vedervi ridere.

Due cose per concludere.

Alla domanda di Luisa: che regalo vuoi da Londra? La mia risposta è stata, indifferentemente:

a) Un cappello modello Sherlock holmes
b) Un 33 giri usato, comprato in qualche negozio di musica all’angolo, magari dei Beatles…ma vanno bene anche i Rollings stones, Who, Led Zeppelin, astenersi Jalisse!