Fritz, dormi, dormi


Vedi Fritz,
mi piace tantissimo questa foto.
Mi piacciono il bianco e il nero, le sfumature di grigio, la luce, il momento colto, i soggetti, la perla, l'amore, il sorriso...e tante altre cose che solo io posso vedere.

E tutte le volte che la sfoglio sul cellulare mi ritorna sempre in mente questa canzone.

...e tu dormi, dormi
Ora i tuoi sogni volano
E tu dormi, dormi
Mentre i tuoi occhi sorridono

Fritz e le otto montagne


Vedi Fritz,
nelle ultime settimane mi è ritornata la voglia di assaporare ancora la bella sensazione che mi da la lettura di un libro alla luce fioca di una camera da letto. In silenzio e a piccoli passi entri a far parte della storia che stai leggendo, immagini i luoghi, i colori, i volti dei protagonisti.
A volte partono analogie tra le storie che leggi e le tue esperienze.

Mi ha colpito in particolare un libro: Le otto montagne di Paolo Cognetti. Una storia di famiglia, amicizia, ricerca e crescita personale.

Bello il passaggio in cui il portatore nepalese racconta al protagonista la storia che ispira il titolo del libro. Per farlo disegna sul terreno Il monte Sumeru al centro e le otto montagne attorno, negli otto spicchi di un cerchio. La domanda che rivolge al protagonista: Chi avrà imparato di più? Chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi raggiunge la vetta del monte al centro? Il protagonista da una sua risposta all'amico Bruno, rimasto fedele a tutti i costi alla sua montagna, il suo Sumeru.

Io invece non ho una risposta e forse non ne esiste una vera per tutti e soprattutto per tutti i momenti della propria vita. Chiudo a mia volta con una domanda: esistono le otto montagne senza il monte Sumeru?

Fritz e il ragazzo selvatico


Vedi Fritz,
devo ammetterlo, non leggevo da moltissimo tempo.
La sfida fb sugli ultimi libri letti mi avrebbe trovato alquanto impreparato, sarei stato costretto a rispolverare vecchi classici; ora invece, perlomeno per il primo giorno, starei tranquillo.
Ieri sera mi è capitato sotto mano questo libro: "Il ragazzo selvatico" di Paolo Cognetti.
Era li, sul piano della cucina, sotto il calendario, di fianco alla macchina del caffè; in quel luogo in cui si accumulano tutte le cose che non si ha voglia di sistemare: le bollette scartate, il bollo della macchina da pagare, la lettera per l'esame gratuito offerto da regione Lombardia a tutti gli uomini ultracinquantenni...oops!

Cento pagine in un giorno per me sono tante. Sono trascorse però piacevolmente, entrando gradualmente nella storia, trovando qualche assonanza personale con il protagonista e anche qualche somiglianza con il periodo che stiamo vivendo.

Certo l'isolamento del ragazzo Selvatico è voluto, un tentativo di staccarsi dal mondo per ritrovare la voglia di ripartire, ma anche, inconsapevolmente, per evitare le scottature delle relazioni di chi ha una "pelle troppo sottile", come citato in un brano del libro, quella pelle che produce grandi slanci ma anche profonde ferite.

Il periodo di pausa non è stata una nostra scelta.
Forse però possiamo affrontarlo allo stesso modo, staccandoci per meglio ripartire, vivendo il blocco assaporando la voglia del rientro, limitando i contatti ma aspirando gli abbracci, sognando le passioni attendendo il momento di poterle ancora praticare. E nel prepararci la grande sfida e quella di uscirne migliorati.

Ora vado, ho un altro importante impegno...Giulia si è arrabbiata...stamattina gli avevo promesso di leggere il primo capitolo della sua tesi di laurea...e invece...sono proprio selvatico.