Fritz e il ragazzo selvatico
Vedi Fritz,
devo ammetterlo, non leggevo da moltissimo tempo.
La sfida fb sugli ultimi libri letti mi avrebbe trovato alquanto impreparato, sarei stato costretto a rispolverare vecchi classici; ora invece, perlomeno per il primo giorno, starei tranquillo.
Ieri sera mi è capitato sotto mano questo libro: "Il ragazzo selvatico" di Paolo Cognetti.
Era li, sul piano della cucina, sotto il calendario, di fianco alla macchina del caffè; in quel luogo in cui si accumulano tutte le cose che non si ha voglia di sistemare: le bollette scartate, il bollo della macchina da pagare, la lettera per l'esame gratuito offerto da regione Lombardia a tutti gli uomini ultracinquantenni...oops!
Cento pagine in un giorno per me sono tante. Sono trascorse però piacevolmente, entrando gradualmente nella storia, trovando qualche assonanza personale con il protagonista e anche qualche somiglianza con il periodo che stiamo vivendo.
Certo l'isolamento del ragazzo Selvatico è voluto, un tentativo di staccarsi dal mondo per ritrovare la voglia di ripartire, ma anche, inconsapevolmente, per evitare le scottature delle relazioni di chi ha una "pelle troppo sottile", come citato in un brano del libro, quella pelle che produce grandi slanci ma anche profonde ferite.
Il periodo di pausa non è stata una nostra scelta.
Forse però possiamo affrontarlo allo stesso modo, staccandoci per meglio ripartire, vivendo il blocco assaporando la voglia del rientro, limitando i contatti ma aspirando gli abbracci, sognando le passioni attendendo il momento di poterle ancora praticare. E nel prepararci la grande sfida e quella di uscirne migliorati.
Ora vado, ho un altro importante impegno...Giulia si è arrabbiata...stamattina gli avevo promesso di leggere il primo capitolo della sua tesi di laurea...e invece...sono proprio selvatico.
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