Fritz e la fuga per la vittoria


Vedi Fritz,
ci sono film ai quali non puoi resistere. Li rivedi volentieri più e più volte appena ti capitano sotto mano; uno di questi è "Fuga per la vittoria".
Un bel film dalla trama semplice, leggera, che parla di sport e libertà. La sfida calcistica tra Alleati, detenuti in un campo di prigionia, e i loro carcerieri della Germania nazista. Un film con la particolarità di avere tra i suoi interpreti molti calciatori professionisti, uno su tutti Pelè.
C'è però anche il caporale Hatch, interpretato da Sylvester Stallone, un improvvisato e improbabile portiere. E così lo sguaiato portiere si trova in porta negli ultimi secondi della partita, sul quattro pari, ad affrontare un rigore ingiusto dato alla Germania.
Pensavo, un po' come noi a volte nelle prove della vita, Hatch pensa di trovarsi nel posto sbagliato, si sente inadeguato al ruolo e all'importanza dell'evento. Però fa l'unica cosa che può e deve fare: stare li, li nel centro (come Ligabue dice di Oriali) in porta, aspettando sulla riga con quell'espressione stalloniana, un misto tra Rocky Balboa e Rambo, pronto per esplodere urlando: Adrianaaaaaaaaaa!!!!

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