Fritzølsen e il piccolo cuore

 



In tanti avevano osservato questa cosa.

In tempi, giorni e momenti diversi, ad un certo punto, verso sera, tutti notavano Fritzølsen mettersi da parte e lentamente, con fare mesto e felice, allontanarsi nella foresta. Nessuno aveva capito il perché. Certo che era diventato un bel mistero!

Un momento era li che giocava, cantava e ballava e il momento dopo, eccallalla! Prendeva e se ne andava nella foresta per tornare a sera inoltrata bello e felice come non mai.
Tutto il villaggio di Mørosinfjord ormai si stava chiedendo il perchè. Fiorivano oltretutto numerose versioni: dall'innamoramento per la cagnolina del villaggio vicino al fatto che avesse ritrovato un tesoro che non voleva condividere con nessuno.
Un giorno Markus decise di vederci chiaro, il mistero andava avanti ormai da troppo tempo. Si mise in disparte e appena il "pistola" iniziò la sua manfrina lo seguì da lontano facendo attenzione a non farsi vedere. L'inseguimento durò per diverso tempo fino a raggiungere le cascate del Chenghen.
Mentre Fritzølsen era lì immobile, seduto ad ammirare quella bellezza, ad un certo punto si girò verso Markus. Sorridendogli gli fece cenno di avvicinarsi...e si…l'aveva capito da molto tempo che lo stava seguendo.
Iniziò allora a raccontare: "Vedi Markus questa è la mia perla, il mio piccolo cuore, l'estrema sintesi di quello che per me è la bellezza. E' il rifugio dove so che posso tornare per respirare aria fresca e pulita. Torno qui quando sembra che il tutto sia troppo, nel mio angolo puro, perché qui è dove io so che posso riposare, e oggi l’ho voluto condivide con te."
I due si fermarono ancora qualche momento per riempirsi i polmoni d'aria fresca prima di ritornare nel mondo, perché è lì che c'è la vera vita.
Tornarono insieme al villaggio condividendo nel loro intimo il pensiero e l’augurio che tutti possano avere sempre la voglia e la forza di trovare il loro piccolo cuore...tutti…

Fritz e gli incontri del 10 settembre


Vedi Fritz,

In questo 10 settembre devo un grazie e un abbraccio a tutti quelli che hanno pensato ieri di dedicarmi un pensiero.

E' stata una giornata speciale. Tanti semplici incontri che hanno scandito le ore trascorse passeggiando per Trieste.
L'idraulico Rino con le sue indicazioni per vie e parcheggi, il ragazzo Nick Senegalese con i suoi auguri prima ancora che sapesse del mio compleanno, il ragazzo Jean con i disegni fatti dal fratello con le ali di farfalla, Nicole con il rimedio del nonno per farmi passare il singhiozzo e i mestoli comprati dall'ungherese.
Con ognuno due parole. Piccoli e semplici incontri.

Fritz e Rocket raccoon



Vedi Fritz è un po' di giorni che mi sembri preoccupato. C'è qualcosa?
Si Marco, devo dirti una cosa
Allora! Non lasciarmi sulle spine
Devo partire, domani notte passeranno a prendermi Star Lord e gli altri Guardiani della Galassia, atterreranno nel boschetto della Morosina per non dare nell'occhio
E me lo dici così? Come mai? Cosa è successo?
Posso dirti solo che il mio amico Rocket è in pericolo di vita
Rocket, quello che hai conosciuto nei laboratori della Orgocorp? Triste periodo anche per te vero? Non mi hai mai raccontato degli esperimenti che hanno fatto su di voi...maledetti
Già...
Ok va bene Fritz se questo è il tuo dovere...slurp.... è?...slurp... è?...ma cos'è questa sensazione di umido....
Era mattina, Fritz era sul letto e mi stava leccando la faccia...ancora un sogno strano, era già successo.
Saranno stati in 1050 metri di dislivello fatti ieri? Oppure i wurstel con crauti e senape e la polenta con formaggio mangiati dopo le pennette aglio olio e peperoncino al Rifugio Demetz? La raddler media? Lo Jager tee finale? Il film Guardiani della galassia vol.3 visto prima di addormentarmi?
Boh, intanto che sollievo Fritz, meno male che non devi partire e soprattutto che non parli!
Marco, sei sicuro?

Fritz e l'uso delle parole

Vedi Fritz,
in questi ultimi tempi diverse persone hanno scritto post su Fb parlando di Agrate come di un paese morto. Fin qui tutto bene e tutto allineato ad un normale e lecito pensiero, in alcuni sporadici casi collegato all'imminente inizio della campagna elettorale.
Ad ogni modo, ok per il paese morto, la cosa che più mi ha sbalordito è il commento ad un post in cui si esprimeva il concetto che il paese è morto per colpa dei "paolotti" che amministrano Agrate. Ecco questa è una cosa assolutamente inaccettabile. Nel 2023 sentire ancora il termine "paolotto" mi fa davvero male, è un termine vecchio, desueto. Caro postatore, non sentivo questo termine dagli anni '80!
Allora vorrei proporre un aggiornamento dei termini, rispettando un minimo le posizioni tutti.
Partiamo.
Il termine morto mi sembra esagerato. Abbiamo visto come le opinioni sono molto diverse. Per alcuni il paese è morto perché non ci sono le feste in piazza con le salamelle e le patatine, per altri è vivo perché ci sono diversi eventi culturali e di socializzazione, spesso organizzati da associazioni (dove non mancano tra l'altro le salamelle). Vorrei quindi proporre una sostituzione lessicale. Perché non passiamo ad usare questa affermazione? Agrate, un paese diversamente vivo.
Per il termine "paolotto" invece vorrei proporre uno svecchiamento significativo. Con paolotto s'intende una persona che va in chiesa, ottuso, poco pensante, bacchettone. Opinioni legittime, promosse spesso da chi in chiesa non ci va. Vi propongo allora, amici del paolottismo, di modificare il termine in "diversamente ateo".
Anzi no! perché ateo significa non credente, mentre il paolottista (chi usa il termine paolotto) quando passa davanti ad una chiesa magari un segno della croce se lo fa, oppure a Natale e Pasqua va a messa perché questa è la tradizione. Insomma, un pò come quelli che davanti ad un gatto nero si toccano i gioielli di famiglia, non sono scaramantico però non si sa mai.
Detto questo propongo il termine "diversamente agnostico".
Definite queste singole sostituzioni riformulerei in questo modo la frase citata all'inizio: "Agrate è un paese diversamente vivo a causa dei diversamente agnostici".

Fritz e il puntino



 Vedi Fritz,


Sul volo di ritorno dalla Sicilia, al posto 25c, con un libro in mano, ripenso a questa bella settimana passata con Luis e la splendida compagnia di cari amici.

Gli occhi sono ancora pieni di mare, sole, chiese, palazzi, storia e storie, profumi e paesaggi incontaminati.
Per alcuni istanti, prima di atterrare, continuerò a pensare a questa nostra vita, a quanto sia un punto infinitesimale rispetto alla storia del mondo.

Continuerò ad abbracciare forte il puntino di Enrico, il ragazzo della spiaggia di Portopalo, che preferisce le spiagge della Romagna, dove è nato, al mare della Sicilia, dove si è trasferito con la mamma.

Continuerò a pensare al puntino dell'artista di Noto che dopo una vita da commercialista ha iniziato un percorso da scrittore e pittore per provare a lasciare un segno nella storia.

Oppure a pensare al puntino di Sergio, guida alpina di Savona prestata all'Etna, che a più di settant'anni ha ancora un sogno: comprare un 12 metri per navigare il Mediterraneo con la moglie.

Quanti volti diversi, quante storie e quanti puntini.

Si Fritz, ogni tanto osservare dall'alto aiuta a riprendere fiato.

Con questo animo rinfrancato io e Luis ritorniamo all'interno del nostro puntino, a fare la nostra parte.

Il calamaro gigante
di Fabio Genovesi

"Infatti i dinosauri sono esistiti davvero. Anzi, sono durati così tanto che in confronto il cammino dell'uomo sulla terra è una gita delle elementari, col pulmino ancora in partenza nel piazzale e noi dentro a fare casino e a litigare per i sedili in fondo"

Discettazione antropologica e sociologica del fenomeno di abbandono di una bottiglia di birra peroni nel fosso di via Lecco nel Comune di Agrate Brianza.




Vedi Fritz,
il caso della bottiglia di birra peroni andrebbe analizzato ed approfondito in modo dettagliato. Precedenti illustri trattati hanno già sviscerato l'argomento, senza però trovare una soluzione esaustiva a questo paradosso.
Il breve studio qui condotto ha lo scopo di formulare una risposta plausibile e il più possibile completa al seguente quesito:
Quali motivazioni spingono un individuo a gettare nel fosso della via Lecco la bottiglia (vuota) di birra Peroni?
Per formulare una risposta occorre contrapporre un'analisi scientificamente circostanziata del fenomeno, approfondendo il fenomeno sia dal punto di vista antropologico che sociologico, senza tralasciare l'aspetto etologico del gesto, formulando diverse tesi al fine di verificarne la loro validità.
Prima tesi
La bottiglia, dotata di volontà propria, vuole finire nel fosso. Il disgraziato non è soggetto attivo nell'azione ma piuttosto è la bottiglia ad indurre una tale pressione psicologica sul malcapitato, il quale, succube, getta dal finestrino l'oggetto erroneamente supposto inanimato.
Tesi seconda
Il soggetto pensa, erroneamente, che gettando una bottiglia vuota di Peroni nel fosso, al suo ritorno, possa trovarne una piena. Questa tesi prende spunto dalla teoria della generazione spontanea (o abiogenesi) ovvero la credenza secondo cui la vita nasce spontaneamente dalla sostanza inanimata, tramite l'effetto di "flussi vitali".
Tesi terza
Il soggetto è uno stronzo.
Dopo un'attenta valutazione e soppesatura delle tesi esposte, valutando le varie formulazioni e contrapponendo valide antitesi per ciascuna di esse propendo per la terza ipotesi.
Cosa ne dici Fritz?

Ascoltando Jackson Browne...



Ascoltando "color of the sun" entri in un modo speciale.
I primi accordi sono pieni di tensione ed attesa, sono soprattutto accordi minori.
All'improvviso, e quasi inaspettatamente, parte il "chorus".
Il Fa diesis minore arriva subito dopo un Re maggiore pulito e di respiro, e li tutto cambia. Con il Si minore e il Sol maggiore la luce bianca del sole si divide in mille sfumature colorate.
Accordi semplici ma con bellissimi colori.
A volte succede così Fritz, all'improvviso e inaspettatamente.